Affari di cuore by Nora Ephron

autore:Nora Ephron [Ephron, Nora]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788807720086
Google: UXGqIAAACAAJ
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2008-02-15T18:27:44+00:00

«Perché?» domandò Mark .

«Perché la cosa è successa a "me"», gli spiegai. «E ti garantisco che è stata un'esperienza terribile.» «Mi spiace. Ti ha fatto del male quel tipo?» «Mi ha storto un braccio.» «Fa' vedere a papà», disse Mark .

«Oh, smettila», risposi, senza riuscire a trattenere un sorriso .

«Ti comprerò un altro anello», disse Mark, sorridendomi di rimando .

«Non abbiamo i soldi», obiettai .

«E' vero», ammise Mark. «Non siamo neanche riusciti ad assicurare il tuo.» Restammo a guardarci in silenzio per un attimo .

«Forse è giusto così», osservai .

«Cosa vuoi dire?» «L'anello era un po' come un simbolo della nostra felicità e, ora che le cose sono cambiate, tanto vale che sia sparito.» «Non sopporto che tu parli così.» «Lo so. La ami ancora?» «Non ho voglia di parlarne.» «Ma non la vedrai più, vero?» «Te l'ho già promesso.»

«E non andrete più da quella specie di tortilla guatemalteca, vero?» «Rachel...» «Rispondi. Sì o no?» «Se non devo più vedere Thelma, è chiaro che non andrò più nemmeno dalla dottoressa Valdez.» «Bene», commentai .

«Comunque, Thelma non crede in quella roba.» «La capisco. Nemmeno io ci crederei, se avessi a che fare con quella specie di ciarlatana che ha la sfrontatezza di definirsi psicanalista.»

«Rachel...» «Sì.» «Se usciamo adesso, riusciremo a prendere l'ultimo aereo.» L'ultimo volo della Eastern Airlines parte alle nove in punto, sia da Washington che da New York. Prima del matrimonio, quando Mark viveva a Washington e io a New York, cercavamo sempre di evitare i litigi serali, se non altro perché nessuno dei due avrebbe potuto sbattere la porta e andarsene a casa. In un certo senso non mi dispiaceva che le nostre vite e le manifestazioni del nostro carattere venissero controllate dagli orari di una linea aerea, e oltre a questa c'erano molte altre cose che apprezzavo dei voli della Eastern Airlines. Certo non la comodità, né la cortesia del personale di bordo, entrambe assai modeste, quanto piuttosto il fatto che di solito partivano e arrivavano all'ora prevista, che si riusciva sempre a trovar posto, anche senza prenotare, e che tutto, passeggeri compresi, aveva un'aria seria ed efficiente. Mai a nessuno veniva in mente di alzarsi per mettersi a camminare in su e in giù senza ragione e non c'era nessuno che sembrasse davvero in viaggio. La gente era quasi tutta diretta a riunioni di lavoro che, per caso, si tenevano in un'altra città. Tutti avevano la cartella, tutti erano vestiti nel modo più opportuno per misurarsi col successo, tutti avevano un aspetto serio. Insomma, la navetta della Eastern rifletteva in modo quasi perfetto uno dei principi fondamentali della tradizione puritana, quello di fare della sofferenza, dell'astinenza e dell'eccessiva semplicità altrettante virtù. E non è un caso che, mentre una navetta della Eastern va da New York a Boston, che di quella tradizione è stata la culla, l'altra va da New York a Washington, dove ai rampolli del puritanesimo è stato affidato il compito di costringere il resto della nazione ad adeguarsi ai suoi valori. Mi piaceva

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